Rocca Grimalda (La Ròca Grimàuda in piemontese, Ra Ròca localmente; A Roca in ligure) è un comune italiano di 1.420 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, situato nell’Alto Monferrato, su uno sperone roccioso alla sinistra del fiume Orba. È uno dei comuni principali dell’Ovadese, area storico-culturale del Basso Piemonte e del Monferrato, che prende il nome dalla città di Ovada.
Le tracce di insediamenti di popolazioni liguri nella valle dell’Orba e in particolare nel comune di Rocca Grimalda si perdono nel passato: l’esistenza della città romana di Rondinaria, attestata da numerosi documenti e dal ritrovamento di una necropoli celtica in corrispondenza della piana di Silvano, ai piedi dello sperone roccioso su cui sorge il paese, fa presumere l’esistenza di fortificazioni e insediamenti già in epoca preromana anche al di sopra dell’altura.
Nel territorio comunale, in prossimità del confine con il comune di Carpeneto, in località Trionzo, il ritrovamento dei resti di un castello di epoca longobarda, costruito con terrapieni e palizzate, ha confermato l’importanza del luogo che era stato nei secoli avvolto da leggende di streghe e sabba sfrenati.
Il paese venne citato in documenti del X secolo, come territorio della marca aleramica, fu tra i beni donati per la fondazione del monastero di San Quintino a Spigno Monferrato.
Nel 1164 fu ceduto ai marchesi del Monferrato, nel XIII secolo passò ai marchesi di Gavi, in forma di pegno.
Conteso dagli alessandrini e dal marchesato di Monferrato, fu conquistato poi dai genovesi che la infeudarono ai Malaspina.
Per la sua conformazione di fortezza naturale a strapiombo sulla valle dell’Orba venne a lungo contesa dalla Repubblica di Genova, dai marchesi del Monferrato e dal Ducato di Milano. Nel 1355, fu nuovamente concessa ai marchesi del Monferrato. Occupata da Filippo Maria Visconti, nel 1444 fu ceduta a Galeazzo Trotti.
Nella sua storia Rocca Grimalda assunse nomi diversi, da “Rocca Val d’Orba” a “Rocca De Trotti”. Le colline del feudo di Rocca Grimalda rimasero fino al XVIII secolo per lo più coperte da fitte foreste dove prosperava il brigantaggio.
I territori di confine permettevano alle famiglie di banditi di sfuggire alle autorità e di spadroneggaire sui territori dell’oltregiogo mentre i signori locali rimanevano talvolta colpevolmente impotenti di fronte all’appoggio popolare di cui tali fuorilegge godevano.
fotografata dalla SP185. Al centro della foto si può notare la chiesa di Santa Limbania.
Dopo alterne vicende, i Trotti vendettero il feudo alla famiglia genovese dei Grimaldi, che ne mantenne il possesso fino al XIX secolo e che diedero al paese il suo nome definitivo. I Grimaldi portarono dalla Repubblica di Genova il culto di santa Limbania e la coltivazione della vite che stravolse il paesaggio delle colline circostanti ove il bosco venne gradualmente rimpiazzato dalla vite.
Dell’estesa foresta della valle Orba, citata da Alessandro Manzoni, rimasero solamente piccoli ritagli come il Parco della Villa Savoia in località San Giacomo (un tempo detto San Giacomo dei boschi).
Rocca Grimalda si presenta come un borgo di impianto medioevale ben conservato: il centro abitato si articola seguendo la conformazione dello sperone roccioso la cui funzione difensiva è testimoniata da alcuni toponimi come via dei Bastioni, la Torricella e la Porta, in prossimità del castello, rimasta l’unico accesso all’abitato.
Il Castello Malaspina-Grimaldi, in origine costruzione militare risalente al XIII secolo, venne trasformato in abitazione signorile nel XVIII secolo dopo aggiunte anche nei periodi precedenti, con ali rinascimentali e barocche, insieme ad un pregevole giardino panoramico sulla valle sottostante. Si caratterizza per una torre circolare a cinque piani con scala elicoidale ricavata nello spessore delle mura che un tempo ospitava le prigioni: i muri interni ancora riportano le scritte e i disegni eseguiti da alcuni prigionieri del XVII e XVIII secolo. Attualmente è di proprietà di un ramo della famiglia de Rege di Donato che ne ha curato il restauro e la valorizzazione. Il maniero fa parte del sistema dei “Castelli Aperti” del Basso Piemonte.
La chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore, di origine romanica, ma ampliata e rimaneggiata in seguito, conserva l’antica facciata inglobata nel muro perimetrale destro, con una serie di archi in pietra grigia e parte del basamento originale del campanile. Al suo interno le tre navate affrescate sono adornate da quadri sulla vita di san Giovanni Battista, originario patrono della comunità.
Il culto di san Giacomo Maggiore, molto diffuso nei paesi limitrofi, si ricollega al passaggio nel comune di uno degli antichi tracciati utilizzati dai pellegrini per raggiungere il santuario di Santiago di Compostela, ove sono ancora oggi conservate le spoglie del santo.
L’oratorio della Madonna delle Grazie, sede dell’omonima confraternita, conserva al suo interno numerose opere di devozione popolare nonché una pregevole statua processionale del Settecento della scuola di Anton Maria Maragliano mentre all’interno dell’oratorio della Santissima Trinità e di San Giovanni si possono ammirare i pregevoli affreschi della volta e un’altra statua processionale di più modesta fattura. La Confraternita della Santissima Trinità conserva inoltre archivi di spesa risalenti ai primi del Seicento che raccolgono un importante pezzo della storia del paese.
Sparse per la campagna ci sono numerose edicole votive oltre alla chiesa campestre dedicata a San Rocco del XVI secolo, e a quella di San Giacomo nell’omonima frazione.
La Chiesa intitolata di Santa Limbania in Castelvero, dedicata alla Madonna Assunta conserva pregevoli affreschi del XVI secolo nell’abside mentre la struttura attuale è frutto di ulteriori rimaneggiamenti che ne fecero una sorta di santuario per i mulattieri; essi trasportavano le merci attraverso l’Appennino Ligure e affidavano le loro sorti alla santa iniziando il loro viaggio presso la chiesina di Santa Limbania a Genova Voltri in Borgo Cerusa, e terminandolo a Rocca Grimalda: tale percorso viene riscoperto a scopo turistico ogni estate mediante un pellegrinaggio enogastronomico, oltre che religioso. La statua lignea di Santa Limbania, veniva un tempo intagliata dalle madri del paese allo scopo di ricavarne schegge da mandare ai propri figli in guerra, pratica che dimostra la devozione popolare per la santa cipriota.
Dal 1736 Rocca Grimalda entrò nell’orbita del Regno di Sardegna e seguì da allora le sorti del Piemonte sotto il dominio dei Savoia.
Durante la seconda guerra mondiale Rocca Grimalda pagò un pesante tributo di vittime, e molti rocchesi si unirono alle file della guerra partigiana che imperversò sull’Appennino Ligure fino alla Liberazione, che avvenne in queste zone proprio ad opera dei partigiani, ben prima dell’arrivo delle truppe alleate.
Dalla fine della guerra il paese visse un periodo segnato da emigrazione verso le grandi città e abbandono delle campagne.
Dagli anni novanta Rocca Grimalda, come molti centri limitrofi, vive un periodo di rinascita economica e sociale basato sulla promozione degli ottimi vini locali, tra cui il Dolcetto di Ovada e il Barbera del Monferrato, dei prodotti gastronomici e sul turismo.
(da WIkipedia)
Il legame con i Grimaldi di Monaco
Nel 1527 la famiglia Trotti vendette il feudo alla famiglia genovese dei Grimaldi, che ne mantenne il possesso fino al XIX secolo e che diedero al paese il suo nome definitivo. I Grimaldi portarono dalla Repubblica di Genova il culto di santa Limbania e la coltivazione della vite che stravolse il paesaggio delle colline circostanti ove il bosco venne gradualmente rimpiazzato dalla vite.
Visite di SAS Il Principe Alberto II
Rocca Grimalda, storica visita del principe Alberto di Monaco
Il paese vanta di essere il luogo di origine della famiglia che governa il principato monegasco
Rocca Grimalda – Gli è bastato arrivare in orario per diventare il principe del popolo e alla fine della mattinata ha conquistato l’intera popolazione con i suoi modi garbati e la gentilezza d’animo: “Forse tornerò a Rocca Grimalda con la mia famiglia”. Il principe Alberto di Monaco, dopo la visita a Genova, alle 10 di oggi si è recato in visita ufficiale a Rocca Grimalda, invitato dal sindaco Enzo Cacciola, che ha accolto l’illustre ospite insieme alle massime autorità, fra cui il prefetto Alessandra Vinciguerra, il presidente della Provincia Enrico Bussalino e numerosi sindaci.
Nell’incontrare le personalità del territorio e la popolazione dietro alle transenne, Alberto II si è trattenuto con le persone, che applaudivano dietro alle transenne, ha scattato foto ricordo con alunni e studenti, ha chiamato a sé il vescovo Luigi Testore e il parroco Mario Gaggino nella chiesa di Santa Limbania presidio del Fai, si è complimentato non solo con il sindaco, la vicesindaco Luisa Giora e l’amministrazione comunale, ma anche con i lavoratori del Comune, negozianti, volontari e le forze dell’Ordine, che dalle 17 di ieri hanno blindato il centro storico per garantire la sicurezza.
Appena arrivato, il principe con il sindaco ha scoperto il cartello di benvenuto e la targa dedicata a «Rocca Grimalda sito storico dei Grimaldi» presso le mura del castello, poi il conferimento della cittadinanza onoraria nelle cantine di Palazzo Borgatta e lo scambio dei doni, da qui il percorso ha portato alla parrocchia e alla chiesa di Santa Limbania, si è concluso con l’esposizione dei prodotti tipici del paese, in particolare l’Ovada Docg e la Peirbuieira in piazza Belvedere con i reciproci saluti. Infine il rinfresco per le autorità al Castello Malaspina Grimaldi, dove il Principe è stato accolto dagli attuali proprietari, la famiglia De Rege- Di Donato, che l’hanno invitato a soggiornare.
(da SECOLOXIXI -@Daniela Terragini)
Posizione
Contatti
Comune di Rocca Grimalda
Piazza Senatore Borgatta – 15078 – Rocca Grimalda (AL)
Tel. +39 0143 873121 – Fax +39 0143 873494
Web: https://roccagrimalda.wixsite.com/turismo