Canosa è considerata uno dei principali centri archeologici della Puglia e rappresenta uno dei casi più significativi di città a lunghissima continuità di insediamento. Reperti e vasi canosini sono in tutti i principali musei (come i vasi antropomorfi permanentemente esposti al British Museum) e collezioni private del mondo ma, naturalmente, testimonianze del suo passato sono disseminate nella città attuale e nel territorio circostante.
Canosa sorge a un paio di chilometri dalla sponda destra del fiume Ofanto e a una ventina di chilometri dal Mare Adriatico, su un territorio livellato, anticamera dell’altopiano delle Murge (tra i 105 e i 140 m s.l.m.).
Il versante su cui è edificata la città è prevalentemente argilloso e sabbioso sulla superficie; esso va a coprire uno strato calcareo (“calcareniti di Gravina“) che a sua volta costituisce il tipico tufo di colore bianco-giallastro e facilmente disgregabile.
Questa caratteristica morfologica ha permesso la costruzione sotterranea di grotte artificiali, il riadattamento di altre preesistenti (usate nel XIX secolo come cantine), nonché la creazione degli ipogei, presenti sia al di sotto del centro abitato che nelle periferie. Il materiale calcarenitico (tufo) ricavato dalle escavazioni ha permesso, e permette tuttora, la costruzione di edifici in superficie.
Sono intensi i fenomeni di dissesto del territorio dovuti allo spietramento dello strato superficiale per la messa a coltura di nuovi terreni. Inoltre, si riscontrano rischi di sprofondamento dovuti alla presenza di cavità e canali sotterranei tipici degli ambienti carsici. L’edificato del comune di Canosa è considerato ad alto rischio. Negli ultimi anni si sono verificati numerosi crolli e dissesti, voragini e sprofondamenti di strade ed edifici
Il territorio circostante si estende verso sud fino alle pendici delle Murge, verso ovest fino all’Ofanto (anche confine provinciale) ed è prevalentemente pianeggiante. I bacini del Rendina e del Locone contribuiscono alla fertilità della vasta area (150 km²).
Canosa fa parte del Parco naturale regionale Fiume Ofanto.
Molteplici sono le ipotesi avanzate per spiegare l’etimologia del nome Canosa (Canusium in latino, Kanusion in greco), usato per indicare il primo vero nucleo sviluppatosi nell’VIII secolo a.C. Una prima ipotesi ne vede l’origine nel culto di Afrodite in Daunia. Secondo questa ipotesi, suffragata dal commentatore latino Servio, Canusium deriverebbe da canis (in italiano “cane”), animale associato alla divinità greco-orientale Afrodite en kepois.
Altra teoria prevede una derivazione dalla parola greca χάνεον (cesta/canestro di vimini) per la presenza numerosa di vimini spontanei lungo la riva del fiume Ofanto[.
Una terza ipotesi prevede la derivazione dalla parola ebraica Chanuth (in italiano “taverna”), divenuto poi Chanush. Entrambe sarebbero integrate dal messapico o iapigio suffisso -ion (poi -ium in latino).
Un quarto studio sostiene l’origine esclusivamente iapigia o messapica dell’etimo Canusium e la risoluzione del problema etimologico attraverso la spiegazione della radice can-
Un’ulteriore ricerca intravede una diretta correlazione fra il nomen latino Canusium e il gentilizio etrusco canzna. Questa ipotesi si basa sulla presenza etrusca in Campania prima della conquista romana e del vivace commercio etrusco lungo la valle dell’Ofanto. Questa è suffragata dalla cospicua presenza di prodotti della metallotecnica etrusca e di ambre (conservate al British Museum di Londra) in cui si riscontrano motivi stilistici comuni all’artigianato etrusco.
Fondata secondo la leggenda dall’eroe omerico Diomede, decantato nell’Iliade, Canusium è stato tra i più importanti centri indigeni della Daunia prima e della Apulia poi.
I primi insediamenti autoctoni (composti dai Dauni, ramo settentrionale del popolo degli Iapigi), stabiliti su quella fascia di terra chiamata dagli archeologi Campi Diomedei, risalgono ad un’epoca di gran lunga precedente a quella diomedea, e precisamente al Neolitico (6000-3000 a.C.). Le epoche successive vedono il costituirsi dell’abitato arcaico di Toppicelli, sulla piana ofantina, caratterizzato dalla presenza di edifici e tombe aristocratiche ricchissime di corredi appartenenti al ceto di quelli definiti poi “principi dauni”.
Nel corso dei secoli, Canosa diviene un importante centro commerciale e artigianale, specie di ceramiche e terrecotte. Con lo sviluppo della Magna Grecia, il centro è influenzato dalla cultura ellenica. Nel 318 a.C. diventa città alleata di Roma, accogliendo i Romani anche nel 216 a.C. dopo la disfatta di Canne, piccolo villaggio nei pressi dell’Ofanto, ad opera di Annibale. Dall’88 a.C. diventa municipium e beneficia del passaggio della via Traiana (109 d.C.) e della costruzione dell’acquedotto di Erode Attico (141), di un anfiteatro, di mausolei e archi. Più tardi l’imperatore Antonino Pio eleva il centro al rango di colonia con il nome Aurelia, Augusta, Pia, Canusium. Da ricordare anche che veniva definita “la piccola Roma”, poiché anch’essa sorge su sette colli.
Verso la fine del III secolo diviene capoluogo della provincia di Apulia et Calabria, diventando nel secolo successivo anche sede di una tra le più importanti diocesi di Puglia, che raggiunse il culmine della sua importanza con il vescovo san Sabino (dal 514 al 566); la presenza della sede episcopale ha lasciato testimonianze artistiche di valore, tipiche dei luoghi di culto e l’architettura civile dimostra la centralità della città rispetto al territorio pugliese (da cui l’appellativo “città dei vescovi”).
Diventata sede di gastaldato con l’invasione longobarda nel VI secolo, subisce successivamente diverse devastazioni per mano dei Saraceni (scacciati intorno all’871).
Canosa ritrova un certo rilievo nel millennio successivo (XI – XII secolo) con i Normanni, grazie al particolare interesse mostrato dal principe Boemondo I d’Antiochia (che dal 1111 giace nel mausoleo ivi presente) e poi, sotto gli Svevi, da Federico II.
Dall’età imperiale incomincia il declino, perdurato sino al XVIII secolo, accentuato dai molteplici terremoti (1361, 1456, 1627, 1659, 1731), dai numerosi saccheggi (in particolare, dei tarantini nel 1451 e dei soldati francesi di Napoleone nel 1803) e dalla perdita della sede vescovile: Canosa diventava un feudo, gestito però da casati alcuni dei quali, successivamente, avrebbero segnato la storia. Vi si annoverano – in ordine cronologico – gli Orsini Del Balzo, i Grimaldi di Monaco i de Gemmis di Castel Foce, gli Affaitati di Barletta, i Capece Minutolo di Napoli[.
In riferimento al legame storico con la famiglia Grimaldi, Canosa si è potuta fregiare – a distanza di quasi venticinque anni – di due visite del Principe Alberto II di Monaco, rispettivamente il 16 giugno 1997 ed il 21 aprile 2022: nella seconda occasione, nelle vesti di effettivo Capo di Stato e non già di Principe ereditario[22].
Dopo le guerre d’indipendenza e il disastroso terremoto del 1851, Canosa rimase un centro prevalentemente borghese: a dimostrarlo fu la costruzione di palazzi signorili in tufo locale (su tutti il Sinesi, il Fracchiolla-Minerva, il Rossi, l’Iliceto, il De Muro Fioccoe il Visconti) che cingevano il centro cittadino, a preservare i segni del tempo dell’acropoli e della cattedrale.
Passata praticamente incolume attraverso la prima guerra mondiale, Canosa subiva gli effetti del primo terremoto irpino del 1930 (79 anni dopo quello che costrinse alla ricostruzione di parte della cattedrale di San Sabino e numerosi edifici) e fu quindi costretta alla riparazione degli ingenti danni.
Il 6 novembre 1943, poco dopo l’Armistizio dell’8 settembre, Canosa veniva bombardata. Alcuni palazzi rimasero danneggiati (comprese le adiacenti chiese di San Francesco e San Biagio e parte del Palazzo di Città), altri ancora rasi al suolo, e 57 persone persero la vita.
Nell’aprile 2001 il comune di Canosa è stato insignito della medaglia di bronzo al valor civile in ricordo della tragedia.
Il 17 settembre 1962, con decreto del presidente della Repubblica il comune è stato insignito del titolo di Città per le sue tradizioni storiche e per i meriti acquisiti dalla sua comunità; nel frattempo il comune perdeva abitanti, allettati dalle opportunità offerte dal mercato del lavoro settentrionale (Torino e Milano in primis).
Nel 1980 Canosa fu nuovamente danneggiata dal terremoto nell’Irpinia. Come già tante volte in passato, la città dovette affrontare una situazione di emergenza, con antichi edifici e alcune chiese dichiarate inagibili.
L’economia di Canosa è oggi basata prevalentemente sull’agricoltura, con un vantaggio nel terziario (turismo archeologico) e nell’industria e artigianato (tessile, alimentare, farmaceutica e manifatturiera).
(da Wikipedia)
Il legame con i Grimaldi di Monaco
. Come ricompensa per la fedeltà alla Spagna ottennero il titolo di marchesi sulla città di Campagna, conti su Canosa (di Puglia), signori su Terlizzi, Monteverde, Ripacandida e il castello di Garagnone, tutti in amministrazione feudale e posti in varie province del vicereame di Napoli
Visite di SAS Il Principe Alberto II
Canosa di Puglia riceve la visita del Principe Alberto
Una targa con la dicitura di appartenenza alla rete dei siti monegaschi è stata scoperta all’ingresso della città alla presenza del sindaco (uscente) Roberto Morra.
“La presenza del monarca nella nostra città avviene a seguito della nascita della associazione ‘Siti Storici Grimaldi’ che vede il Comune di Canosa fra i soci fondatori e ha lo scopo di riunire diversi comuni italiani e francesi, al fine di valorizzare, promuovere e diffondere la cultura, le tradizioni, i prodotti enogastronomici, di questi territori”, spiega il sindaco di Canosa.
“Venticinque anni fa, in occasione della ricorrenza del settimo centenario della presenza della dinastia Grimaldi sulla Rocca di Monaco, ebbi l’opportunità di visitare Canosa per la prima volta. Era il 16 giugno 1997. In quell’occasione fui insignito del titolo di cittadino onorario della vostra città, e oggi ho la felice sensazione di tornare in un luogo familiare, è quasi un ritorno a casa”, ha detto il principe Alberto II di Monaco durante la sua visita a Canosa.
“Sono molto soddisfatto di questa iniziativa che sancisce formalmente quei rapporti che la storia ha forgiato, che alcune vestigia materiali contribuiscono a ricordare e che la lealtà dei sentimenti ha saputo mantenere – ha continuato il Principe- il suo Comune, signor Sindaco, è stato tra i primi ad aderire a questa nuova rete, il cui operato andrà ad aggiungersi a quello dell’associazione creata in Francia nel 2015. Sono molto grato per questo”.
Alberto II ha invitato il sindaco (uscente) Roberto Morra “a partecipare a una prossima edizione degli incontri dei Siti Storici Grimaldi di Monaco che si svolgerà sulla Place du Palais” che si terrà il prossimo anno. Il Principe a breve si recherà all’Istituto di istruzione secondaria superiore Luigi Einaudi. “La formazione dei giovani, in particolare nel settore alberghiero e della ristorazione, nel quale il Principato ha sviluppato un know-how riconosciuto, in futuro potrebbe benissimo essere uno degli ambiti di dialogo e di cooperazione tra Monaco e Canosa di Puglia”. Al Principe è stato donato un quadro realizzato da una artista locale.
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