La cittadina si trova ai piedi dell’Aspromonte, su terreni quaternari alluvionali, costituiti da sabbie e ghiaie incoerenti che coprono gli ampi terrazzi digradanti verso il Golfo di Gioia. Cittanova domina la piana di Gioia Tauro dalla terrazza più alta, quella confinante col massiccio delle Serre, quasi a contatto tra le due formazioni litologiche: alluvionale e cristallina.
Questa conformazione geologica favorisce la propagazione dei sismi, in quanto l’incoerenza della coltre alluvionale viene aumentata durante i terremoti dalla formazione cristallina contigua e sottostante. Il territorio di Cittanova è attraversato dall’omonima faglia che fa parte del sistema di faglie Serre-Aspromonte, lunga 30 chilometri e tuttora attiva[6].
L’altitudine riferita al municipio è di 400 m s.l.m., nel territorio comunale l’altitudine minima arriva a 77 m s.l.m. mentre quella massima tocca i 996 m s.l.m.. La superficie è di 61,98 km² (il 65% circa in territorio pianeggiante coltivato a ulivi e il 35% in territorio montuoso boschivo e di pascoli naturali).
I corsi d’acqua principali sono le fiumare Serra e Vacale.
Per convenzione storica, la nascita di questa cittadina è collocata al 12 agosto 1618[8], data d’emanazione del bando di edificazione del “Nuovo Casale di Cortoladi”[9], ad opera del primo principe di Gerace, Girolamo Grimaldi.
Il “Nuovo Casale di Cortoladi”, in seguito denominato col più semplice “Casalnuovo”, nelle intenzioni del feudatario doveva raccogliere le popolazioni dei villaggi dei suoi latifondi, precedentemente presenti nei dintorni ma spopolati dai terremoti e dalle epidemie avvenuti nel 1616 e sarebbe servito anche a controllare agevolmente l’importante via che univa il Tirreno allo Ionio tramite il Passo del Mercante. Per questi motivi, venne scelto come luogo di edificazione un punto nei pressi di Cortoladi, villaggio distrutto completamente dalle scosse telluriche del 1616 e che sorgeva vicino a Radicena.
Affinché potesse edificare il nuovo casale, il Grimaldi aveva però bisogno dell’assenso del sovrano Filippo III di Spagna, ottenuto proprio in conseguenza dei sismi; l’edificazione di Casalnuovo cominciò subito dopo e il principe vi fondò il suo palazzo di residenza, facendolo quindi diventare punto di riferimento per i suoi feudi ed accrescendone fin dagli inizi l’importanza. Il casale, per questo motivo e grazie anche alle notevoli immunità stabilite nel bando, si sviluppò abbastanza velocemente ed ancor più dopo il terremoto del 27-28 marzo 1638. Furono costruite case molto basse (per paura di eventuali sismi futuri) e numerose chiese e conventi. La popolazione continuò ad aumentare: nel 1669 contava già 128 nuclei familiari, arrivando a 638 nel 1732. All’inizio del 1783 Casalnuovo contava 5 590 abitanti[11].
Il 5 febbraio 1783 un sisma di incredibile potenza, denominato il Flagello, distrusse completamente il paese causando 2.017 vittime (tra cui la feudataria Maria Teresa Grimaldi)
Casalnuovo venne comunque ricostruito sullo stesso sito e ricominciò ad espandersi, tanto che nel 1807 i francesi disposero che divenisse capoluogo di governo con giurisdizione su Radicena, Jatrinoli, Vatoni, Gioia e San Martino.
Il 1º gennaio 1842 il Circondario di Casalnuovo fu diviso in due circondari distinti: l’uno formato da Casalnuovo, l’altro composto dal comune di Radicena, dal comune di Iatrinoli e dai villaggi di San Martino e Terranova.[16]
Il 1º aprile 1852 con decreto № 129 di Ferdinando II di Borbone, su istanza del decurionato, il consiglio comunale dell’epoca, assunse il nome di Cittanuova, in seguito semplificato in Cittanova.
Negli anni immediatamente precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale, Cittanova coi suoi 16.000 abitanti era il terzo comune della provincia. La sua economia non si basava esclusivamente sull’olivicoltura ma anche sull’artigianato di pregio che, prima del conflitto, aveva buone prospettive di crescita[
(da Wikipedia)
Il legame con i Grimaldi di Monaco
L’artefice dello sviluppo di Cittanova è Girolamo Oliva Grimaldi (Genova, 1586 † 1657), della famiglia dei Grimaldi. Una grande famiglia, di Genova, che entrò a far parte dell’Albergo dei Grimaldi assumendone il cognome (usato in sostituzione del proprio) e le armi; scesa in Calabria in cerca di un titolo nobiliare che desse lustro alla famiglia e li introducesse alla Corte del Regno di Napoli, a quei tempi seconda solo a quella di Parigi.
Oltre all’ambizione di possedere un titolo nobiliare i Grimaldi ambivano anche allo sfruttamento dei terreni per la produzione agricola e, ancor più, il commercio delle sete. A differenza del ramo Grimaldi dedito ai traffici, al commercio e alle finanze, questi si occupavano esclusivamente di agricoltura e di produzione agricola. A quell’epoca il vasto territorio di Terranova, nessun casale escluso, era ricco di queste materie prime.
Pasquale Grimaldi, figlio di Giovan Battista Oliva Grimaldi († 11/11/1582) del fu Girolamo Oliva Grimaldi, († 02/07/1557), di Genova, a nome del padre, comprò, nel 1574, per 275.000 ducati (poi arrotondati a 280.000) il ducato di Terranova con Gerace, Gioia e i loro casali e pertinenze. L’acquisto fu perfezionato ad una vendita all’asta promossa dal Sacro Regio Consiglio del Regno di Napoli contro la figlia di un altro patrizio genovese, Tommaso de Marinis (primo duca di Terranova, Barone di San Giorgio, Barone di Gioia e Gerace), oberata dai debiti lasciati dal defunto padre. Prima di Tommaso De Marinis questi possedimenti appartenevano a D. Consalvo Ferdinando de Cordoba che fu marchese di Gerace durante il periodo della dominazione spagnola.
Girolamo Oliva Grimaldi, morto nel 1557, Primo Signore di Monte Sant’Angelo, era figlio naturale di Giorgio de Oliva, il patrizio genovese iscritto, dietro lauto compenso, nell’Albergo dei Grimaldi che cambiò il cognome in Grimaldi. Albergo era il nome usato nel periodo medievale per indicare una sorta di consorzio di famiglie nobili, legate da vincoli di sangue o da comuni interessi economici.
Il Gran Capitano Gonzalo Fernández de Córdoba (Montilla, 1º settembre 1453 † Granada, 2 dicembre 1515), noto come Consalvo Ernandes di Cordova, venne in Italia per combattere i francesi e le loro mire espansionistiche sul Regno di Napoli. Nel 1495 subì una sconfitta a Seminara combattendo contro le truppe del generale Robert Stuart d’Aubigny, riuscendo però nel 1496 a ottenere la rivincita sul campo di battaglia e a ricacciare le truppe francesi. Sei anni dopo, nel 1502, Consalvo da Cordova, in seguito a battaglia a lui favorevole, diventò Signore della Baronia di San Giorgio Morgeto e duca di Terranova e di Sessa, si stanziò nella città di Polistena, creando una piccola Reggia. Nel 1502 Consalvo de Cordova, chiamato “El Gran Capitano”, fu investito anche del titolo di marchese di Gerace da Re Ferdinando il Cattolico.
A Giovan Battista Oliva Grimaldi succedeva prima Giovan Francesco († Messina, 1594) ed in seguito Girolamo a cui Filippo III, il 18 febbraio 1609, concedeva il titolo di Principe di Gerace e successivamente Giovan Francesco Oliva Grimaldi (Genova, 1610 † 1673), Girolamo Oliva Grimaldi (Genova, 1651 † 1712), Stefano Oliva Grimaldi (Genova, 1675 † 1729), Gian Francesco Oliva Grimaldi (Genova, 1685 † 1757) che avrà come erede Maria Teresa Oliva Grimaldi (nata a Genova nel 1733, sesta principessa di Gerace che moriva a Casalnuovo – oggi Cittanova – sotto le macerie del terremoto del 5 febbraio 1783) e sua figlia Maria Antonia (Genova, 1758 † Napoli, 1822).
Con la principessa Maria Antonia Oliva Grimaldi e con l’abolizione della feudalità ha termine la serie dei feudatari di Gerace. La famiglia Grimaldi si estinse nella famiglia Serra che ne raccolsero i titoli e l’eredità.
Le leggi eversive della feudalità, dette anche “di eversione della feudalità”, sono stati dei provvedimenti legislativi, attuati tra il 1806 e il 1808, con i quali Giuseppe Bonaparte, re di Napoli e fratello maggiore dell’imperatore Napoleone Bonaparte, abolì la feudalità nel Regno di Napoli.
Donna Maria Antonia Oliva Grimaldi (Genova, 18/01/1758 † Napoli, 18/12/1822), 7° Principessa di Gerace; 9° Duchessa di Terranova; 7° Marchesa di Gioia (titolo ceduto il 23-8-1792) e 10° Signora di Monte Sant’ Angelo, patrizia genovese, nobildonna napoletana, dama della corte delle Due Sicilie, nel 1777 sposò in prime nozze Giovan Battista Serra e nel 1789 in seconde nozze Pasquale Serra. In questo modo la famiglia si estinse nei Serra, che ne raccolsero i titoli e l’eredità.
Il titolo di Principe di Gerace e Duca di Terranova arriva, quindi, a Girolamo Grimaldi, dal re Filippo III, solo nel 1609, trentacinque anni dopo l’acquisto del feudo e dopo un ulteriore esborso di 16.000 ducati. Più tardi, nel 1654, i Grimaldi otterranno anche il titolo di Marchesi di Gioja.
Il primo dei Grimaldi a portarsi nel Principato e a soggiornarvi per oltre due anni, dopo che la famiglia ha ottenuto il titolo principesco, è Giovan Francesco Oliva Grimaldi (1610 † 1673) che sposò la cugina Maria Lelia Oliva Grimaldi (Genova, 1630 † Napoli, 1703).
Al Principe Girolamo Grimaldi si deve l’intuizione di popolare la parte collinare posta a nord-est del Ducato. Un luogo dove si hanno elementi per affermare che giè esisteva un fondaco consolidato e non solamente qualche fuoco sparso.
Un luogo che poteva diventare, come in effetti divenne, il punto di transito e di riferimento dei commerci e delle comunicazioni tra Gerace e il resto del territorio ad ovest-nord-ovest, sulla direttrice più breve per Gioja e Monteleone (l’attuale Vibo Valentia), e per convogliare verso lo Jonio i manufatti da scambiare con oli e sete. Da qui l’interesse più che a realizzare il nuovo casale, come deliberato dal Regio Assenso, ad accrescere il casale già esistente in quel luogo strategico dal punto di vista degli scambi commerciali. Il Passo del Mercante (a quota 952) e il Passo di Scarpa della Pietra (a quota 836) collegano il versante ionico con la Piana di Gioia Tauro direttamente, senza cioè che fosse necessario attraversare alcun fiume o torrente, mentre tutti gli altri passi esistenti, più a nord e più a sud, attuavano questo collegamento in maniera indiretta.
Visite di SAS Il Principe Alberto II
Il Principe Alberto in visita a Cittanova
Grande entusiasmo, ieri sera, a Cittanova per la visita del Principe Alberto II di Monaco dopo le tappe a Reggio Calabria e Gerace. Dopo rapido saluto all’interno del Comune, Alberto di Monaco ha percorso a piedi le vie del centro storico visitando la Chiesa di San Girolamo e la bellissima Villa Comunale. Successivamente, nel cineteatro “Rocco Gentile”, il conferimento della Cittadinanza Onoraria al sovrano di Monaco.
“E’ stato una visita emozionante – ha affermato il Sindaco di Cittanova Francesco Cosentino – durante il quale abbiamo ribadito il legame con le nostre radici e le nostre ambizioni. Al Principe Alberto abbiamo anche donato le chiavi della Città”. Grande soddisfazione espressa anche dal Prefetto Mariani.
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