Le più antiche tracce finora ritrovate nella zona della città riguardano un piccolo insediamento di epoca neolitica (nella zona di Brignole) del V e IV millennio a.C. e sistemazioni dell’età del bronzo antico (un muro a secco di terrazzamento presso la foce del Bisagno) . La città di Genova fu probabilmente fondata dai Liguri e si originò dal più antico insediamento dell’oppidum detto “di Castello” (Sarzano), sul colle che domina l’antico porto (oggi piazza Cavour), fondato agli inizi del V secolo a.C. In questo periodo l’oppidum genovese, abitato dai Liguri “Genuati”, era considerato “l’emporio dei Liguri”, per il suo forte carattere commerciale. Legname per la costruzione navale, bestiame, pelli, miele, tessuti erano alcuni dei prodotti liguri di scambio commerciale.
La storia di Genova è la storia dei suoi abitanti che furono (o furono definiti), al tempo stesso, signori del mare, mercanti e guerrieri capaci, se del caso, di inaudita ferocia. Seppero dare vita, in epoca di dominanze, a una propria repubblica, la Repubblica di Genova, nata dal libero comune, che si resse in otto secoli su diverse forme di governo: dalla forma consolare a quella dogale a quella, infine, oligarchica. La sua politica si fondò comunque sempre su di un disegno di dominio regionale, studiato e portato avanti sin dagli albori, basata, soprattutto sull’influenza delle potenti famiglie che traevano la propria potenza dalle disponibilità economiche tratte dall’attività mercantile.
Il dominio sulla riviera ligure e la costruzione di un’imponente flotta, al tempo stesso militare e mercantile, fu di vitale importanza per dare impulso alla nascita di uno Stato che per oltre quattrocento anni basò la propria esistenza sulla diplomazia e sulla neutralità, oltre che sul commercio. Via terra la città cercò, non sempre con successo, di mantenere il controllo dei territori dell’Oltregiogo, che garantivano la comunicazione, anche commerciale, con i territori della pianura padana e i regni ivi presenti.
Il detto “Genuensis, ergo mercator” (“Genovese quindi mercante“) – di autore anonimo – fu mirabile sintesi di quel mercanteggiare così famoso nel mondo sul quale i Genovesi basarono un impero coloniale fondato su colonie d’oltremare che andava dall’Iraq alle Isole Canarie, dall’Inghilterra alla Palestina (raggiunta fin dalla Prima crociata), racchiudendo nel proprio pugno tutto il mar Mediterraneo occidentale e il mar Nero, definito il Lago genovese, e tenendo testa quando non ponendo sotto il proprio controllo tre imperi: quello svevo, quello bizantino e quello asburgico, del quale ultimo i genovesi controllavano l’economia e il commercio. Caffa, Solcati, Tana, Chio, Focea, Mitilene, Pera non sono che alcune fra le tante Genova che i mercanti della Superba fecero risplendere nei commerci.
Il suo solido settore finanziario risale al Medioevo. Il Banco di San Giorgio, fondato nel 1407, è la più antica banca di deposito statale conosciuta al mondo e ha svolto un ruolo importante nella prosperità della città dalla metà del XV secolo.
Perso il proprio potere sui mari, ma non sui mercati del mondo, nel 1797 l’onda lunga della Rivoluzione francese investì anche la repubblica che pagò la sua condizione di neutralità con insostenibili pressioni esterne che la portarono all’occupazione nel 1805 e alla successiva annessione all’impero napoleonico. Durante l’occupazione francese, diverse opere d’arte presero la via della Francia[47] a causa delle spoliazioni napoleoniche. Secondo il catalogo pubblicato nel Bulletin de la Société de l’art français del 1936, delle 9 opere d’arte provenienti da Genova, solo 6 fecero ritorno in Italia dopo il Congresso di Vienna. Interessante un aneddoto avvenuto durante il rimpatrio del Martirio di Santo Stefano di Giulio Romano alla città di Genova, quando Vivant Denon, direttore del Louvre, sostenne che l’opera era stata “offerta in omaggio al governo francese dal consiglio comunale di Genova” e che il trasporto avrebbe messo a rischio la fragilità dell’opera, ben sapendo che l’opera era stata sostanzialmente confiscata come tributo culturale e dando contestualmente ordine al ministero degli interni francese di bloccare alla dogana l’opera senza menzionarne né la fragilità né criticare la legittimità delle istanze piemontesi.
Nel 1814, a seguito della capitolazione di Parigi, Genova fu assediata e occupata dalla marina britannica che formò un Governo provvisorio, paventando un ritorno allo status quo ante. Nel 1815, invece, le potenze europee, in gran parte debitrici dell’antico Banco di San Giorgio, decisero la soppressione della repubblica e l’annessione al Regno di Sardegna, malgrado i disperati tentativi del ministro degli esteri Antonio Brignole Sale a Vienna per mantenere l’indipendenza.
Nell’aprile del 1849, approfittando della sconfitta piemontese nella prima guerra d’indipendenza, la città tentò di riconquistare la propria indipendenza. A sedare la rivolta con estrema durezza fu mandato il generale Alfonso La Marmora.
L’area di influenza di Genova, pur non essendo istituzionalizzata ufficialmente, si estende, per ragioni storiche, linguistiche, culturali, economiche e infrastrutturali, oltre che a tutta la città metropolitana di Genova e a parte di quelle liguri limitrofe della Spezia e Savona, alla pianura alessandrina, alle aree dell’Oltregiogo (Novi Ligure), del Basso Piemonte e al circondario di Bobbio (in provincia di Piacenza).
Nella sua opera Istoria del blocco di Genova nell’anno 1800, Angelo Petracchi, cronista dell’assedio della città, fornisce una dettagliata descrizione di Genova e delle sue difese nel periodo della Repubblica Ligure:
«La Città di Genova è situata sul dorso di un monte, che appoggia le sue falde sulla riva del mare Ligustico. Ha essa dalla parte di terra un doppio circondario di mura, l’uno de’quali interno, che rinchiude quasi esattamente l’abitato, e che forma una specie di figura ovale. È questo munito di alcuni baluardi, che non essendo stati di alcun uso in quest’assedio, è inutile dettagliare. È l’altro esterno, ed innalzandosi dalle due punte marittime sale sino ad una grand’altezza del monte. Questo secondo circondario rende la città della figura quasi di un triangolo; mentre terminando in punta sulla cima dell’altura, scende d’ambe le parti a formar quasi i due lati che vengono chiusi e riuniti dal mare. Varj forti guarniscono questo giro di mura. Sulla cima vi è quello dello Sperone; verso il lato di Ponente, più al di sotto della metà, vi è l’altro detto delle Tenaglie, ed alla fine del medesimo ve n’è un altro chiamato di S. Benigno. Ciò produce, che da quella parte la città di Genova è quasi imprendibile; tanto più che la località combina così propiziamente a difenderla, che poca o niuna speranza dà agli assediatori di prenderla. Non è il medesimo dalla parte di Levante, ove essendo dominata al di fuori da alcune alture, è stato creduto inutile di alzarvi degli altri forti. In mancanza di ciò si è fatto al di fuori una specie di parallela, o per meglio dire un cammino coperto che fortificando quelle medesime alture, che dominano la città, suppliscono a tal difetto; bisogna perciò a chi difende Genova tener questa linea esteriore, e quelle fortificazioni, che sono il monte dei Ratti, sulla cui sommità è il Forte di Quezzi; il Forte Richelieu, che fu fatto fabbricare dal celebre Maresciallo di tal nome quando occupò Genova; quello di S. Tecla, e la Madonna di Albaro. Più in alto dello Sperone, e quasi perpendicolare al medesimo vi è il forte del Diamante, che domina lo Sperone medesimo, sebbene da taluni credesi che ne sia un poco troppo distante; anch’esso però è di una estrema importanza per gli assediati, sostenendo moltissimo le operazioni delle altre fortificazioni esterne. Fra il Diamante, e lo Sperone vi è il monte de’ due Fratelli, che fa due diverse punte: questa situazione è assai rimarchevole, perché produce la riunione fra gli assedianti, e potrebbe prender alle spalle le opere esterne della linea di Levante; ma siccome ivi temesi l’incrociatura dei fuochi dello Sperone e del Diamante, è assai difficile d’impadronirsene, quantunque siavi un certo sito che dicesi immune dall’artiglieria di ambo i forti. Dalla parte di mare, molte e belle batterie difendono la città, ed il porto, non che le mura marittime assicurate anche dalla Natura. Tali batterie rimontate ultimamente toglievano ogni pena da quella parte. Le più belle sono quelle della Strega, della Cava, di ambo i Moli, e della Lanterna. Dalla parte di Ponente vi è il fiume della Polcevera; dalla parte di Levante quel di Bisogno. Albaro è un piccolo, e delizioso borgo, che da questa parte è vicino a Genova quasi di un solo miglio, come dall’altra parte si è quello vaghissimo egualmente di S. Pier d’Arena»
(da Wikipedia) |
Il legame con i Grimaldi di Monaco
I Grimaldi sono un’antica famiglia di origine genovese che regna su Monaco dal XIII secolo, prima come signori e poi come principi, ed è attualmente rappresentata dal principe sovrano Alberto II Grimaldi.
Fu una delle cinque più importanti casate della nobiltà feudale della Repubblica di Genova, assieme ai Doria, agli Spinola, ai Fieschi e agli Imperiale. Si arricchì con mercatura, finanza, acquisto di terre.
La famiglia si divise in vari rami con titoli principeschi, ducali e marchionali, tra i quali quelli di Gerace, di Salerno, Pagani, Campagna, Eboli, Antibes, Castronovo e altri, prevalentemente in Italia, Francia e Spagna.[2] Molte stirpi genovesi assunsero il cognome Grimaldi tramite l’istituto dell’Albergo dei Nobili; tra le casate illustri si trovano, ad esempio, i De Castro e i Durazzo.
Visite di SAS Il Principe Alberto II
Il Principe Alberto di Monaco a Genova: cittadinanza onoraria ed Euroflora.
Sabato 23 aprile 2022, SAS il Principe Alberto di Monaco arriva in mattinata ai Parchi di Nervi per una visita a Euroflora, durante l'inaugurazione e il primo giorno di apertura al pubblico della kermesse floreale. L'arrivo in città di Alberto Grimaldi è previsto già nella serata di venerdì sera.
Un legame, quello tra Euroflora e la famiglia Grimaldi, di antica data. La Principessa Grace e Ranieri di Monaco furono ospiti della prima edizione della mostra nel lontano 1966 e Grace, grande appassionata di rose, tornò nel 1971. Alla Principessa fu dedicata poi la "Princesse de Monaco", una rosa dal colore bianco crema orlato di rosa, da allora ospitata nel Roseto dei Parchi di Nervi. Tra le 300 realtà del mondo florovivaistico mondiale a Euroflora 2022 trova spazio anche il Jardin Exotique, il giardino del Principato di Monaco che il Principe Alberto visiterà insieme alle altre meraviglie presenti nei Parchi fino a domenica 8 maggio. Nella mattinata di sabato 23 aprile, per il Sovrano è prevista anche una visita all'Ospedale pediatrico Gaslini e in particolare al nuovo Covo degli Orsi di Sturla, la struttura dedicata ai genitori dei piccoli pazienti.
Dopo il pranzo a palazzo Pallavicino, ospite del padrone di casa, e una visita privata a Villa del Principe, è in programma la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Palazzo Ducale, dalle ore 15.45. A consegnare il riconoscimento è il sindaco di Genova Marco Bucci accompagnato delle massime autorità locali. È lo stesso principe Alberto di Monaco a scoprire la targa nella sala del Minor Consiglio che ricorda l'antico legame tra Genova e Monaco. "In virtù degli storici legami con la famiglia Grimaldi e delle comuni radici linguistiche e culturali tra la Città di Genova e il Principato di Monaco", questa la motivazione.
VISITA A GENOVA DEL SOVRANO DI MONACO
Accompagnato dal sindaco e dal direttore della mostra, Salvatore Surace, il Sovrano di Monaco ha assistito all’apertura dell’esposizione dedicata a piante e fiori, la 12ma edizione di Euroflora. Il Principe ha visitato lo stand del Giardino Esotico di Monaco che partecipa all’evento. Durante questa visita, il Principe Alberto ha anche potuto ammirare la rosa “Principessa di Monaco” dedicata alla Principessa Grace e e coltivata nel roseto dei Parchi di Nervi. Nel 1966, il Principe Ranieri III e sua moglie la principessa Grace avevano onorato la prima edizione di questo evento che, ogni cinque anni, riunisce diverse centinaia di espositori provenienti da tutto il mondo. La principessa Grace tornò nel 1971.
Il Principe si è poi recato all’ospedale pediatrico Giannina Gaslini per incontrare il personale infermieristico e firmare il libro degli ospiti prima di andare a visitare la Casa Rossa dell’Associazione Banda musicale Gaslini. Guidato dal professor Pierluigi BRUSCHETTINI, il Sovrano ha visitato questa casa per le famiglie dei bambini ricoverati, aperta di recente, e ha incontrato l’associazione volontari dell’associazione.
S.A.S. il Principe Alberto è stato poi accolto dal Principe Domenico Pallavicino, Console Generale Onorario di Monaco a Genova, nella sua residenza per il pranzo. Il Sovrano ha visitato il Palazzo del Principe Pallavicino ed il Sovrano di Monaco ha partecipato a una tavola rotonda durante la quale gli è stato presentato il lavoro di ricerca svolto in collaborazione con enti genovesi come parte del restauro in corso degli affreschi del Palazzo del Principe di Monaco. La vicinanza storica della città ci incoraggia a guardare verso la città ligure per cercare di identificare gli artisti e le botteghe attive a Monaco.
Alla fine della giornata, a Palazzo Ducale, dopo aver partecipato alla cerimonia della terza edizione del Festa della Bandiera, il Sovrano ha ricevuto la cittadinanza del Comune di Genova, dopo una presentazione dei legami secolari tra Genova e Monaco da parte dello storico dell’arte Giacomo MONTANARI. La città di Genova ha appena aderito all’associazione italiana Siti storici Grimaldi di Monaco creata nel 2021 e presieduta dal Principe Alberto II.
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