Il centro di Perinaldo è ubicato lungo l’esile cresta collinare che si stacca a levante dal nodo dei monti Bignone (1299 m) e Caggio (1090 m), a cavallo tra le valli dei torrenti Verbone – a sud – e Merdanzo a nord.
Tra le vette del territorio perinaldese il colle Termini di Perinaldo (984 m), il colle Termine di Bajardo (950 m), il monte Mera (835 m), il monte Peiga (782 m).
Secondo gli storici antichi, sorse intorno all’anno 1000 per volontà di Rinaldo della potente famiglia dei conti di Ventimiglia, dal quale derivò il nome. Infatti, il toponimo Perinaldo ha origine dalla parola Podium Rainaldi[5]: letteralmente il “poggio di Rinaldo”. La leggenda vuole che il locale castello abbia accolto i fuggitivi della vicina villa Gionco, che sotto attacco dei saraceni, venne data alle fiamme[6].
Il castello è già menzionato in una dichiarazione del 1164 da parte di Guidone Guerra, conte di Ventimiglia, che si impegna a proteggere la persona e i beni del vescovo di Nizza, offrendo in garanzia alcuni sudditi dei feudi di Sospello, Roccabruna, Perinaldo, e Pigna[7].
Nel 1220 il castello di Perinaldo si era già costituito in comune, eleggendo dei propri consoli in rappresentanza della comunità[8].
A seguito dell’indebolimento dei conti di Ventimiglia e del rafforzamento del potere di Genova nei territori del Ponente Ligure, il conte Oberto vendette nel 1228 i feudi di Perinaldo e Gionco al genovese Fulcone da Castello, che li tenne fino al 1251, anno in cui vennero di nuovo ceduti a Zaccaria de Castro.
I feudi perinaldesi rimasero nelle disponibilità della famiglia Zaccaria fino al 1288 anno in cui vennero acquistati dall’ammiraglio genovese Oberto Doria, che insieme ai territori di Dolceacqua, Apricale e Isolabona andarono a costituire il più antico nucleo della Signoria ghibellina dei Doria
I Doria fecero del proprio dominio il centro di raccolta dei ghibellini genovesi, che si contrapposero con dure lotte ai guelfi di Monaco, capeggiati dalla famiglia Grimaldi. Tale rivalità si protrasse fino al 1491, anno in cui le due famiglie si allearono a seguito del matrimonio tra Luca Doria e Francesca Grimaldi di Monaco.
Ma la pace durò pochi anni, perché nel 1523 il figlio di Luca, Bartolomeo II Doria, con l’intento di creare un’unica grande signoria tra Dolceacqua e Monaco, uccise lo zio materno Luciano I di Monaco. A seguito del delitto, per sfuggire al bando dell’impero, il Doria fece solenne atto di vassallaggio al duca Carlo III di Savoia, ed è così che Perinaldo, insieme agli altri castelli, divenne dal 1524 un protettorato del ducato sabaudo.
Nel 1580 la comunità di Perinaldo, con l’approvazione di Giulio Doria, elaborò i nuovi statuti comunitari formati da 169 articoli, redatti in italiano, rappresentanti uno dei più completi e importanti documenti statutari di tutta la zona].
Nel 1625 i castelli dei Doria entrarono in guerra al fianco del duca di Savoia contro la Repubblica di Genova. Ma la politica incerta del Signore di Dolceacqua, il quale, pur dichiarandosi alleato del duca, favorì nella pratica l’avanzata dei Genovesi. Questa situazione portò all’occupazione da parte del duca dei possedimenti dorieschi, che si risolse solo nel 1652, anno in cui i feudatari dovettero giurare definitivamente obbedienza ai Savoia, vedendo così innalzato il proprio feudo a marchesato. A Perinaldo tale giuramento avvenne il 10 aprile, officiato nella piazza antistante la parrocchiale di San Nicola da Bari, alla presenza di tutti i capifamiglia del distretto.
Nel 1640 i frati dell’Ordine di San Francesco, si insediano nel paese costruendo un convento accanto alla chiesa di San Sebastiano: si deve a loro un’importante innovazione agraria, in quanto sostituirono la coltivazione dell’ulivo olivastro nell’attuale varietà taggiasca ancora in atto.
Nel 1672 lo scoppio tra Genova e Savoia di un nuovo conflitto interessò direttamente i castelli della signoria dei Doria. Il 28 agosto le milizie corse, che combatterono per la repubblica genovese, accerchiarono il castello di Perinaldo, e dopo una lunga resistenza, riuscirono ad abbattere le porte delle mura e ad entrare nell’abitato spargendo morte e terrore tra gli abitanti
Amministrativamente il territorio perinaldese fu sottoposto alla provincia di Nizza (1723) e successivamente nella provincia di Sospello (1729) del Regno di Sardegna.
Occupato dalle truppe francesi nel 1793, all’anno successivo è attestato il passaggio da Perinaldo di Napoleone Bonaparte insieme al generale Andrea Massena, pernottando nel castello Maraldi e nel palazzo Allavena. A seguito di questa visita e in riferimento alla riorganizzazione territoriale della zona, Perinaldo viene eletto capoluogo di cantone al posto di Dolceacqua nel distretto di Mentone del Dipartimento delle Alpi Marittime.
Con il passaggio di questa parte di territorio ponentino nel Primo Impero francese nel 1805, Perinaldo passò nel distretto di Sanremo, sempre all’interno del medesimo dipartimento. La caduta di Napoleone Bonaparte (1814) e il successivo congresso di Vienna portò il passaggio del territorio nuovamente nel regno sabaudo nella contea e poi divisione di Nizza. La caduta di Napoleone Bonaparte (1814) e il successivo congresso di Vienna portò il passaggio del territorio ponentino ligure nel Regno di Sardegna, nella contea e poi divisione di Nizza. Facente parte del Regno d’Italia dal 1861, dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel III mandamento di Dolceacqua del circondario di Sanremo facente parte della provincia di Nizza (poi provincia di Porto Maurizio e, dal 1923, di Imperia).
(da Wikipedia)
Il legame con i Grimaldi di Monaco
Dal 1228 i Doria entrarono in possesso dei feudi perinaldesi e fecero del proprio dominio il centro di raccolta dei ghibellini genovesi, che si contrapposero con dure lotte ai guelfi di Monaco, capeggiati dalla famiglia Grimaldi. Tale rivalità si protrasse fino al 1491, anno in cui le due famiglie si allearono a seguito del matrimonio tra Luca Doria e Francesca Grimaldi di Monaco.
Ma la pace durò pochi anni, perché nel 1523 il figlio di Luca, Bartolomeo II Doria, con l’intento di creare un’unica grande signoria tra Dolceacqua e Monaco, uccise lo zio materno Luciano I di Monaco.
Ed il 3 novembre 1523, anche i perinaldesi insieme ai Sindaci di Dolceacqua, Isolabona ed Apricale, furono costretti a sottoscrivere una carta di fedeltà alla Famiglia Grimaldi di Monaco.
Visite di SAS Il Principe Alberto II
Perinaldo si riavvicina ai Grimaldi, il principe Alberto II visita il borgo
Ieri pomeriggio sua altezza serenissima si è recato a Dolceacqua in occasione del gemellaggio del Borgo dei Doria con il Principato di Monaco, questa mattina, invece, ha visitato Isolabona e Apricalee, infine, nonostante la pioggia battente ha scoperto Perinaldo e le sue eccellenze culturali e gastronomiche. Ha visitato l'osservatorio Cassini e poi ha attraversato il paese passeggiando sotto l'ombrello, insieme al primo cittadino, per visitare il borgo e la casa natale dell'astronomo Gian Domenico Cassini. Ha partecipato all'inaugurazione di una targa ricordo in occasione dell'entrata del paese all'Associazione Siti Storici Grimaldi di Monaco, ha tenuto un discorso davanti a un folto pubblico nella chiesa di San Nicolò e ha degustato prodotti tipici locali.
Il principe Alberto II è stato accolto dal sindaco Francesco Guglielmi, dal prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo, dal viceprefetto Rosa Abussi, dal viceprefetto aggiunto Maria Grazia Pepe, dal questore Giuseppe Felice Peritore, dal colonnello Marco Morganti, comandante provinciale dei carabinieri e degli altri vertici delle forze armate, dal deputato ed ex ministro Andrea Orlando, dai consiglieri regionali Veronica Russo, Mabel Riolfo ed Enrico Ioculano, da diversi sindaci di città limitrofe, dai cittadini e da autorità civili e militari.
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